Secondo gli ultimi dati delle Finanze relativi alla dichiarazione dei redditi 2017, l’imposta alternativa per gli affitti, la famosa “cedolare secca”, lo scorso anno ha registrato un forte incremento, +14,9%, rispetto al 2016. Guardando la mappa della “tassa piatta” nelle diverse regioni italiane vediamo che la crescita maggiore interessa le regioni meridionali, anche se l’utilizzo è più alto al Nord.
Dietro la crescita della cedolare secca sicuramente c’è la maggiore convenienza dell’imposta alternativa sugli affitti, che di fatto sostituisce l’Irpef e le addizionali comunali e regionali, oltre alle imposte di registro e bollo. Ma l’incremento è imputabile anche alla lotta contro l’evasione fiscale. Non a caso il trend di crescita è più elevato nelle regioni del Sud. Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia e Molise hanno un tasso di crescita superiore alla media nazionale. Ma l’utilizzo maggiore si registra nelle regioni del Nord, con la Lombardia prima in valore assoluto e la Valle d’Aosta come percentuale sul numero dei contribuenti.
La cedolare secca consiste nell’applicazione di un’aliquota sostituitiva, fissa e agevolata che sostituisce: Irpef e relative addizionali, imposta di registro, imposta di bollo di 16 euro. Sugli affitti a canone libero si applica un’aliquota del 21%, mentre la legge di Stabilità 2018 ha prorogato l’aliquota del 10% per i contratti a canone concordato anche per il biennio 2018-2019.
fonte idealista.it