Ogni anno il canone d’affitto deve essere aggiornato in misura del tasso di inflazione emanato dall’Istat (l’istituto di statistica nazionale). Tale cifra, calcolata in base al costo della vita, va aggiunta al canone mensile stabilito. Ecco come è possibile calcolare l’adeguamento Istat del canone di locazione.
In ogni contratto di locazione appare una voce che fa esplicito riferimento all’adeguamento istat del canone e non va quindi presa sottogamba. Nei contratti può comparire più o meno in due modi:
– Nei contratti a canone concordato- come richiesta retroattiva, ma senza arretrati
– Nei contratti liberi– come aumento automatico a carico dell’inquilino, con l’obbligo di mettersi in pari anche con gli arretrati
A) anche se stabilito nel canone di locazione, l’adeguamento non è obbligatario, ma il padrone di casa deve farne richiesta scritta all’inquilino
Come si calcola
– L’adeguamento istat va calcolato in misura del 75% o del 100% della variazione dei prezzi al consumo. Nei contratti 4+4 abbiamo un rialzo non superiore al 100%, mentre nei locali commerciali 6+6 si può applicare la rivalutazione al 75% o quella al 100%.
– L’adeguamento si calcola in base all’indice istat di inflazione e come riferimento si prende il più recente disponibile ( di solito si tratta di uno di circa due mesi fa). Ecco un link con gli indici di rivalutazione.
– La rivalutazione dovrà essere applicata al mese successivo a quello della scadenza annuale. Una volta identificato il tasso applicato, ogni anno andremo ad applicare come rivalutazione la variazione del mese di riferimento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
– Individuato il tasso di variazione (ad esempio il 2%) si applicherà il 75% o il 100% della stessa come rivalutazione del canone dell’anno scorso. Il calcolo sarà quindi il seguente: canone annuale *indice istat*75/100, questa sarà la rivalutazione annuale da ripartire sulle dodici mensilità.
(fonte idealista.it)