La Tari è la tassa sui rifiuti, che ha sostituito le vecchie Tarsu, Tares e Tia. E’ uno dei tre balzelli che gravano sull’abitazione. Nell’ipotesi di casa disabitata è possibile l’esenzione del suo pagamento?
Come sottolineato da Studio Cataldi, la Tari è costituita da una componente fissa, data dal costo del servizio erogato che viene determinato dalla superficie dell’abitazione, e da un costo variabile, dato dalla quantità effettiva di rifiuti prodotti da chi abita l’immobile. Per quest’ultima sono previste esenzioni e riduzioni.
Tari, quando c’è l’esenzione
La legge prevede una riduzione o esenzione dal pagamento della Tari relativamente alle seconde case disabitate quando l’immobile è inutilizzabile (qualora un immobile non sia utilizzabile perché, ad esempio fatiscente o non sfruttabile in alcun modo, vi è esenzione totale dal pagamento della Tari, la totale inutilizzabilità dovrà essere provata effettivamente dimostrando che nel locale non vi sia alcun allaccio di rete elettrica, idrica o fognaria); nel caso di cantine e garage; quando la seconda casa è in ristrutturazione.
Tari, quando c’è la riduzione
Ci sono casi, poi, in cui è possibile fruire di riduzioni sulla Tari e/o agevolazioni:
- immobili abitati da una sola persona;
- case per le vacanze;
- immobili occupati da soggetti che per almeno sei mesi all’anno risiedono all’estero;
- fabbricati rurali;
- contribuenti che effettuano lo smaltimento dei rifiuti in proprio tramite compostaggio o che abbiano realizzato interventi per produrre meno rifiuti: tale ultima ipotesi dovrà essere verificata dal Comune.
Per poter richiedere l’esenzione dal pagamento o la riduzione occorre rivolgersi al proprio Comune di residenza o compilare l’apposito modulo predisposto all’interno del sito web dell’amministrazione comunale.